Un piccolo ulivo dal grandissimo significato morale e civile. È ‘L’albero della legalità’, che è stato piantato il 28 luglio scorso, nella villetta di via Tagliamento, in segno di rispetto nei confronti di tutte le vittime delle mafie e di una comunità, quella casamassimese, che ha voluto simbolicamente rinsaldare – ancora una volta – il suo legame con i valori della giustizia e della legge.
Ad affiancare il sindaco Giuseppe Nitti e l’assessore alla cultura Azzurra Acciani, durante la cerimonia, l’Alto Magistrato dell’Aia e Cancelliere della Corte Penale Internazionale, Silvana Arbia, i cofondatori di Progetto di Vita e promotori dell’iniziativa, Adriana Colacicco e Gerardo Gatti, oltre a rappresentanti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, e della Polizia Locale.
“Mettere a dimora quest’albero – ha osservato il primo cittadino Nitti – vuol dire piantare un buon seme per la legalità. Si tratta di un piccolo ulivo, dal grandissimo valore morale e civile, del quale mi auguro abbiano cura i bimbi che frequentano la villetta”.
“Progetto di vita – ha detto invece Adriana Colacicco – è un’istituenda associazione che si occupa da tempo di sostenere i valori di legalità e giustizia, promuovendo la sicurezza e la tutela dei cittadini”.
“L’ulivo rappresenta l’impegno delle istituzioni e della comunità casamassimese – ha aggiunto l’assessore Acciani – a tener viva la memoria di chi ha combattuto le mafie. Insieme alle scuole, alle associazioni e alle realtà del territorio, dobbiamo continuare a portare avanti progetti di educazione alla legalità”.
“Legalità – ha sottolineato l’Alto Magistrato Arbia – significa governo della legge. Attraverso la messa a dimora di quest’albero, Casamassima ci dice di non accettare il comando della criminalità, ma di accettare il comando della legge. Una legge giusta che deve rispondere ai bisogni dei cittadini. Come diceva Aristotele, nessuno è al di sopra della legge: dobbiamo assoggettarci alle regole, respingendo tutto quello che è offesa”.
“I cittadini – ha concluso Gerardo Gatti – devono essere consapevoli del fatto che ci sono associazioni e persone vicine alle istituzioni, alla legalità, alle forze dell’ordine. Spero che il nostro lavoro vada ancora una volta a buon fine, affinché i cittadini si ribellino e comincino a denunciare quando vengono a conoscenza di fatti che meritano l’attenzione delle forze dell’ordine”.