A causa dei fenomeni migratori degli ultimi trent’anni, la nostra società si caratterizza per la presenza di culture diverse.
Risultano però, purtroppo, quasi totalmente assenti politiche culturali in grado di valorizzare la diversità culturale.
Si preferisce, invece, affrontare il tema dell’immigrazione sotto il profilo della sicurezza nazionale o dei migranti come “forza lavoro”.
Oppure, si parla di “integrazione” dello straniero senza, però, fare riferimento al fatto che l’integrazione debba essere un processo e non un’imposizione e che, dunque, debba avvenire attraverso l’elaborazione di politiche specifiche nei confronti di chi arriva sul nostro territorio.
L’integrazione non può nemmeno prescindere da una valorizzazione delle tradizioni di appartenenza, che permetta una conoscenza delle reciproche culture, in nome di una pacifica convivenza all’interno di una società che è, di fatto, plurale.
Più che di politiche di integrazione, si potrebbe parlare, allora, di politiche di “interazione” fra culture, poste in dialogo fra loro.
Tale approccio aiuterebbe a valorizzare la diversità come possibilità di arricchimento reciproco e non come ostacolo alla convivenza.